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Ma ecco come di nuovo temo di perdere un occhio, che mi si stacchi una gamba, mi metto al riparo come dalla pallottola, dall’odio che mi odia in segreto, dal rancore del ragno al quale anche oggi la casalinga rovinò la casa.
Gentiana Minga

Gentiana Minga, autrice e traduttrice di origine albanese. Nata il 12 aprile 1971 a Durazzo (Albania). Ha esordito in Albania con il romanzo  Autopsia e shkatërrimit / Autopsia del disastro (Tirane, 1993) della casa editrice Europa.


Pubblicazioni

1993- Autopsia e shkatërrimit / Autopsia del disastro ( genere -narrazione), Europa, Tirana. 
2003- Zonja e Shkodrës / La signora di Scutari (genere – poesie), Florimont, Tirana.
2017- Ciao mamma, un saluto da Bolzano (genere-poesie), Terra d’Ulivi, Lece.
2021- Tempi che sono/ Zeiten wie/ Kohe qe jane -(genere – poesia trilingue italiano-albanese-tedesco), Terra d’Ulivi, Leccez.
Riviste e antologie (Selezioni)
2020- Pais remoto/ un lugar para los reclinados repentinas/ Hola mamà un saludo desde Bolzano in Aerea,(Pais remoto, muestra de poesìa albanese), Ril editores, Santiago de Cile, 2020,pp. 189-192
2019- Spaziergänge, Der Gang der Autochtonen, Eine Platz für die, die plötzlich liegen, in “Lichtungen- Zeitschrift fur Literatur Kunst und Zeitkritik”, nr 157/2019, pp. 74-77;
2018- Ciao mamma…, in AA.VV- Matrilineare, Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi, La Vita Felice, 2018, pp.78;
2019-  Il tuo naso, nel suo giallo Giulio in AA.VV., Poesia (urgente) per Giulio Regeni, Rayela,pp.88.
2017- Donne combattive e solitarie (reportage) in AA.VV., Donne d’Albania- tra migrazione, tradizione e modernità, a cura di Rando Devole e Claudio Paravati, Com Nuovi Tempi.
2015- se fossi Narin, Finchè arriva il giorno, in AA.VV., Sotto il cielo di Lampedusa II, Nessun uomo è un isola, nota introduttiva di Gino Strada, Rayela, pp. 53 e pp. 109.
 
Traduzioni

  • Norbert C. Kaser- Poeteka/No. 51. DOSSIER; 22 poesie e un racconto- 2019- ( Rancore mi cresce nel ventre. Poesia e prosa 1968-1978.Un'antologia. Edizioni alpha beta Verlag, Merano)
  • Corrado Alvaro, Poeteka/26; racconti: Creosoto, La Capitana, La bella signora-2013- (Occhi di donna, 1996, Viviani)
  • Marcos Ana- Poeteka/ No. 24. Portofol:racconti: Ana Fauca, Il prigioniero e la colomba, Neruda- 2013- (Ditemi com'è un albero,Crocetti 2007)
  • Luis Sepùlveda, Poeteka/No. 23. Portofol: racconti:Osservazioni sugli intellettuali , Chi è lei, Un cane che si chiamava Eduart-2013- (Ritratto di gruppo con assenza, Guanda,2010)
  • Pier Paolo Pasolini. Poeteka/21, dossier I:P. P. Pasolini – 2010- ( da La meglio gioventù, Le religione del mio tempo, L’hobby del sonetto, Transamanar e organizar)
  • Roberta Dapunt- Poeteka/No.57. DOSSIER; 31 poesie-2022 ( Sincope - 2018)

     


+ estratti

Gentiana Minga
 
 
Drei Tage und Nächte
 
Mein Vater ist auf den Balkon gegangen,
um die Petunien zu gießen, schrieb ich.
Stimmt nicht, er saß im Sessel und beobachtete, wie die Mücken
über die Silhouette der über den Tisch gebeugten Frau herfielen,
die Frau wie ein Regenschirmgriff, die Nüsse knackte,
die Tabletten spaltete.
 
Ich träumte drei Tage und drei Nächte von ihnen,
wie in einem Trauerfall ohne den Toten.
Sie hatten es eilig und ich war immer außer Haus.
Am ersten Tag im Laden im Zentrum. Dort brachten die Einheimischen
mit Tritten und Schlägen einen Rom um.
Am zweiten Tag sah ich Möwengerippe, die zwischen
einer Reihe von Neonleuchten und der fensterlosen Mauer lagen,
wie zerplatzte kleine Bälle, eingetrocknet mit den Innereien  draußen.
Am dritten Tag dämmerte es und ich klopfte an die Tür.
 
Die Mutter tadelte mich:
- Kurz … du bleibst nicht lange … wir haben keine Zeit -
und legte die durchsichtigen Finger auf die Augen,
die klein wie grüne Knöpfe waren, und weinte.
Im Hafen wurde der Mast des Schiffes zu einem Storch.
Ich kam wieder hierher zurück und dachte an die Menschen,
die die von den ausgerissenen Blumen herrührenden Wunden pflegen werden.
 
Mit hängenden Armen gehen meine Alten
durch den Flur mit dem zerbrochenen Spiegel.
Sie schließen sich ein ins Dunkel ihrer unsicheren Reiche.
Die Frau schlägt sich mit zerbrechlichen Fäusten an die Brust
 
zwischen zwei mageren, fast heiligen Brüsten. Oder
beide verharren am Fenster, hinter den Vorhängen,
und lauschen
dem Miauen der Katzen.
 
 
Die Öfen zwischen den Blumen
 
Wer sonst außer mir streifte heute deine Erinnerung, lieber Franz?
Ein Novembermittag, das sonnige Dachau.
Noch vorher aber besuchte ich das Lager. Deine aufrechte Gestalt
war an meiner Seite, als ich durch das Tor schritt.
Danach betrat ich die feindliche Stadt,
ohne Waffenstillstand zu schließen.
 
Alles war, wie es sein durfte,
das viele Smaragd auf den Zwiebeltürmen.
Bekleckerte Kindermäuler
an den Wasserstrahlen der Brunnen auf den abschüssigen kleinen Plätzen.
Nichts ließ mein Herz heftiger schlagen als
der Anblick der Öfen inmitten so viel satten Grüns und üppiger Vegetation.
 
Pappeln hoch über das Böse hinaus.
 
Und doch habe ich mich auf die blaue Bank gesetzt!
Ich wollte sehen, ob mich die Begeisterung des Pilgers überkam.
Ach was! Ich fragte mich nur:
Ob wieder Kornblumen und Narzissen erblühen
auf diesen Böden?
 
Nach und nach tauchten die Enkel auf,
zerkrümelten das Essen auf den eleganten Tischchen,
die mit frischen Veilchen geschmückt waren, bedient von anderen Leuten.
Enkel, auch sie, kann sein, von Menschen,
die dieses Lager nie verließen, es sei denn als Staub,
während sich die Sonne langsam wegkehrte,
und der Mond aufging.
 
 
(da Tempi che sono... Zeten wie...Kohë që janë, terra d'Ulivi Edizioni, 2021. Traduzione di Werner Menapace)
 
Abuk Ajou
 
Abuk Ajou aveva fame. La fame genuina.
È per via del richiamo genuino che giunse al centro
passando per la strada porpora di Bahr al Ghazal.
Scalpicciando sulla terra rossiccia
appoggiò la pelle con prudenza, le ossa
e la testa.
 
Per vivere a lungo ha sorriso poco,
ha detto niente,
nessun sussurro ha sussurrato
e ha risparmiato tre giorni e notti.
 
Di tanto in tanto le passavano accanto mocciosi magri,
figlie alte con gli occhi grandi e scuri,
uomini chiassosi anch’essi neri,
ma nessuno le sfiorò la fronte,
nessuno chiese a lei:
- Saluti Abuk Ajou! Stai morendo bene?
 
Incantati dalla stessa fame seguivano la nuvola
che stesa sul Fiume delle Gazzelle
sgocciolava la luce chiara su acque scure.
 
( da Ciao Mamma, un saluto da Bolzano, Terra d'Ulivi Edizioni, 2017)
 
Percezione amorosa
 
Ma tu lo sapevi che sarebbe successo?
Per questo amavi senza rimorso le vigne di Sòll.
I chicchi d’uva neri pensierosi,
come piccoli di corvo usciti dal guscio un po’ in fretta.
Quanto coraggio serve a fidarsi del richiamo di speranza
che offre il germe...
Ombra bozza, ombra solo in parte e spalle di contadini
in movimento. Un angolo di labbra e la punta bianca
di un cappello di paglia.
E poi tu, sulla panca.
 
Lo sapevi quando attraversavo il campo e andavo
a immergermi nel vicolo rumoroso di gente pallida,
abitanti freddi e urlanti su trattori zeppi di mele,
che tutto sarebbe cambiato?
 
(…) Avrei percorso ancora la discesa,
altre volte sarei salita sul camioncino del vecchio che malediva
Dio, e altri sterrati avrei calpestato.
Di nuovo mi sarei fermata a lungo di fronte alla fontanella,
in mezzo alla piazzetta,
che non ha voluto bene ai pesci, ospiti del pozzo.
Morirono tutti,uno dopo l’altro.
 
( da Ciao Mamma, un saluto da Bolzano, Terra d'Ulivi Edizioni, 2017)